Stile architettonico coloniale: le case più belle

Oggi scopriremo lo stile architettonico coloniale. Questo stile, in realtà, racchiude diversi tipi di costruzioni con caratteristiche comuni, ma una personalità unica. Scopriamo una per una queste case meravigliose.
Stile architettonico coloniale: le case più belle

Ultimo aggiornamento: 02 agosto, 2019

Lo stile architettonico coloniale si declina in modi diversi, a seconda del contesto in cui viene usato. In realtà, per architettura coloniale si intende uno stile che ingloba case ed edifici tipici degli insediamenti dei coloni in Nord America. Per questo si fa spesso confusione quando parliamo di case coloniali.

Oggi faremo un ripasso di questo stile, passando in rassegna le sue versioni più famosi. Infatti, quello che oggi chiamiamo stile coloniale, altro non è che un revival di un’architettura che esiste da secoli.

Una rivisitazione dello stile originale, che ne ha assorbito le caratteristiche più importanti, per costruire case più moderne. Impariamo a conoscere l’architettura coloniale, perché ciascuna di queste case è una vera meraviglia da non perdere. Continuate a leggere!

L’origine dello stile coloniale

Casa coloniale negli Stati Uniti
Casa coloniale negli Stati Uniti.

Le radici dello stile coloniale affondano nella costruzione di semplici capanne che, successivamente, si trasformarono in vere e proprie case, che i coloni europei costruirono in America. Erano case che ricordavano quelle che avevano abbandonato nel Vecchio Mondo e che adattarono al clima e alle condizioni specifiche delle terre americane.

In questo modo, vediamo come i coloni inglesi hanno costruito case di legno, erette intorno ad una zona comune; mentre gli olandesi, ad esempio, incorporarono la pietra nelle case coloniali, seguendo la tecnica imparata el loro paese d’origine.

I coloni spagnoli, invece, hanno usato lo stucco, i mattoni d’argilla o la coquina (una pietra calcarea composta da frammenti di conchiglie); inoltre, le case erano caratterizzate da colori tipici, come il rosso dei tetti e l’ocra delle facciate.

Lo stile coloniale fra caratteristiche comuni e tratti unici

Casa coloniale con le colonne
Casa coloniale con le colonne.

Le prime case coloniali non erano tutte uguali, anche se tutte avevano elementi in comune, che sono quelli che hanno poi dato nome a questo stile architettonico. Alcune caratteristiche comuni furono determinate dalla necessità, altre dall’estetica.

Il vetro è un materiale carissimo e difficile da ottenere nelle colonie, pertanto la dimensione delle finestre venne ridotta considerevolmente. I coloni erano costretti a pagare una tassa sul vetro, motivo per cui solo i più abbienti si poterono permettere una casa con molte finestre.

Quello che tutte le case coloniali avevano in comune è la disposizione simmetrica delle finestre. In generale, tutto il disegno delle case coloniali risponde a uno schema di simmetria. Anche i tetti spioventi erano elementi comuni, così come gli enormi comignoli centrali.

La rinascita dello stile coloniale

Casa coloniale verde
Casa coloniale.

Le prime case coloniali sono cadute nell’oblio, ma i dettagli delle loro caratteristiche particolari sono sopravvissuti nella memoria collettiva. Nel 1876, l’Esposizione Universale ricordò ai cittadini statunitensi il loro passato coloniale.

Fu questa, forse, la data della prima rinascita dello stile coloniale in architettura. Uno stile che univa elementi di un passato, che ricordava i tempi in cui si affrontarono molte sfide. Questa era la lettura dietro lo stile architettonico di queste case.

Gli elementi comuni

Le nuove case coloniali
La rinascita dello stile coloniale.

Anche se l’architettura oggi distingue tra i diversi stili coloniali, si possono ancora riconoscere gli elementi comuni che definiscono queste case.

  • Le entrate frontali signorili, con grandi pannelli, ed accentuate da un frontone che si appoggia su pilastri. Questo è uno degli elementi più riconoscibili delle case coloniali. Anzi, alcune hanno addirittura un frontone che si spinge in avanti, poggiando su colonne, in modo tale da creare un portico coperto.
  • Le finestre formano un insieme equilibrato, e sono collocate simmetricamente ai due lati della porta d’ingresso principale. Le finestre sono coperte da persiane a battente, proporzionali alla loro dimensione.
  • I rivestimenti più comuni sono le assi di legno e la pietra. Molte case coloniali hanno le mansarde.

I diversi stili coloniali

Stile coloniale olandese
Stile coloniale olandese.

Ora che abbiamo visto le caratteristiche generali delle case di stile coloniale, vediamo invece le differenze che le rendono uniche.

Lo stile georgiano

Deve il suo nome alla stirpe di re britannici chiamati George, che governarono negli Stati Uniti fino al 1830. Questo stile prevede case che appaiono come una sovrapposizione di scatole simmetriche, di due o tre piani, e sono le tipiche case coloniali nell’immaginario collettivo.

Comuni soprattutto nella zona del New England, affondano le radici nell’umile architettura rurale britannica. Tetti bassi e finestre piccole per proteggersi dagli inverni freddi. La porta principale è nel centro, sorretta da colonne e frontone e il rivestimento è di assi di legno.

Lo stile olandese

Concentrato soprattutto nella zona costiera della East Coast: New York, New Jersey, Delaware e Pennsylvania. La pietra è caratteristica di questo stile, i tetti a spiovente non sono molto inclinati e si estendono oltre la facciata frontale della casa, formando un lungo portico. Anche i comignoli hanno una copertura a spiovente.

Lo stile coloniale spagnolo

Case coloniali spagnole si trovano soprattutto in Texas, California e nel sud-est degli Stati Uniti. Generalmente sono case più basse ed estese, di un solo piano. Da questo stile architettonico derivò l’attuale stile Pueblo e Misión. Sono case con enormi portici coperti, che proseguono per l’intera facciata, o l’intero perimetro, ed hanno diverse porte d’ingresso. I muri sono di mattoni o pietra e i tetti di tegole rosse. La parte posteriore, in genere, racchiude un patio o un giardino privato.